Casolari in ristrutturazione sul percorso Carraia
Valibona- Monte Cantagrilli – Cavagliano.
Il 23 di febbraio 2003, raggiunto in auto l’abitato di Carraia, piccola borgata da poco ristrutturata, il gruppo dei tripetetoli s’avviò, guidato da Fabrizio Fiaschi, verso gli 818 metri del Monte Cantagrilli; una delle punte dei monti della Calvana.
Fu una bella gita, sviluppatasi fra boschi e prati rallegrati da uno splendor di sole che tuttavia non riuscì mai a mitigare il freddo che il vento di tramontana rendeva ancor più pungente.
Molte ed interessanti le testimonianze della cultura agrosilvopastorale purtroppo spentasi, anche qui, fra gi anni ’50 e ’60.
Questa piccola grotta,semichiusa da un muretto di pietra,ha tutta l’aria di essere stata, un tempo, una piccola burraia,anche se non ho notato, all’interno, nessuna traccia di acqua sorgiva.
Questa, che s’incontra poco dopo la precedente, è stata sicuramente una burraia .in manufatti come questo, il burro veniva conservato nel fresco dell’acqua di sorgente, nei tempi nemmeno troppo remoti (io me ne ricordo ancora bene) quando non esistevano né frigoriferi né congelatori.
L’interno della burraia, intonacata a grassello, ancora oggi colma d’acqua, testimonia di quanto fosse valido l’antico sistema di muratura ottenuto miscelando rena e calce bianca in zolle che si otteneva cocendo un unico tipo di pietra: l’alberese.
Sulla parete di fondo, delimitante la volta, si legge ancora bene l’anno in cui venne realizzato il manufatto: 1755.
Si notino i due 5 tracciati nell’antica foggia “a serpetta”, oggi non più in uso. Mio nonno materno la usava tuttavia ancora.
Poco oltre la burraia, si trova questo abbeveratoio al quale ,oggi, l’acqua non arriva più.
Le case dell’abitato di Valibona,in gran parte diroccate,parevan diventate deposito d’attrezzi ed imposto per legna da ardere (foto 11).
Anche in vetta al Monte Cantagrilli (foto 12) alla quale arrivammo traversando pascoli e radi boschetti, trovammo l’immancabile patibolo davanti al quale la legittima Emilia volle prender di me questa immagine austera .
Dalla foto n. 13, anche la faccia di Marco il fratello viene a recarci testimonianza di quanto freddo facesse quel giorno . Siamo ancora sulla vetta del Cantagrilli, a pochi passi dal patibolo cacuminale.
Sulla via del ritorno, scendendo dal monte, trovammo, poco prima di arrivare a Cavagliano dove abita una famiglia di pastori Sardi, i ruderi della chiesetta ritratti nella foto 14.